Ore 11:15

OSLO, 23 settembre (Reuters) – I climatologi e i rappresentanti di quasi 200 governi si incontreranno da oggi al 26 settembre a Stoccolma per lanciare l’allarme, il più netto mai espresso finora, sul peso delle attività umane nel cambiamento climatico, e sul rischio di nuove ondate di calore, siccità e inondazioni nel corso di questo secolo a meno che gli Stati non passino all’azione.

Dal vertice svedese dovrebbe uscire un documento di una trentina di pagine che cerca al tempo stesso di spiegare perché il tasso di riscaldamento ha rallentato durante questo secolo nonostante l’aumento di emissioni umane di gas a effetto serra.

L’Ipcc, cioè il Comitato intergovernativo sul cambiamento climatico, presenterà un rapporto sommario venerdì prossimo che rappresenterà un’importante guida per i governi che hanno deciso di arrivare a un accordo in ambito Onu entro la fine del 2015 per evitare rischi più gravi per il clima.

Le bozze del documento Ipcc che Reuters ha potuto leggere indicano che le attività umane, prima di tutto la combustione di carburanti di origine fossile, sono “con estrema probabilità” – il 95% – la causa principale del riscaldamento dagli anni 50. La probabilità era del 90% secondo l’ultimo rapporto del 2007, e del 66% nel 2001.

“Si tende ampiamente a ritenere che sia stato ciò a provocare il riscaldamento dell’oceano, lo scioglimento della neve e del ghiaccio, ad aumentare il livello del mare e a modificare alcuni eventi climatici estremi”, dice la bozza del rapporto.

Secondo le proiezioni la maggior parte degli effetti del cambiamento climatico si aggraveranno, a meno che i governi non riducano nettamente le emissioni di gas a effetto serra, dice lo studio firmato da 259 autori di 39 paesi.

 

A cura di Websim