10/02/2014 – Cresce la partecipazione alle ricerche sulla Csr. Accelera la rincorsa alla sostenibilità da parte delle industrie cinesi. E si consolida la scelta di integrare le informazioni esg (environmental, social, governance) nei bilanci societari. RobecoSam, gruppo specializzato nella valutazione degli investimenti sostenibili, ha presentato il “Sustainability Yearbook 2014”, il raggruppamento di eccellenza delle società che, nel mondo, più si sono distinte per attività e impegno in termini di corporate sustainability.
L’analisi di RobecoSam è tra le più ampie a livello mondiale, partendo da un pannello di 3.300 imprese sollecitate di cui 818 partecipanti all’osservatorio da 39 Paesi per 59 settori. In questo ambito, 460 società sono state ritenute “qualificate” per l’Yearbook e 238 sono Sustainability Yearbook Member, ovvero rientrano nel 15% di aziende al Top nel proprio settore. Tra queste ci sono 15 italiane: Finmeccanica, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Enel, Terna, Snam, Eni, Prysmian, Generali, Stm, Telecom e Atlantia, oltre alle tre che sono riuscite ad ottenere la medaglia d’oro (gold class, ossia ottenere un punteggio nei margini dell’1% dal leader di settore): Pirelli, Fiat SpA e Cnh Industrial (ex Fiat Industrial).
Tra i trend che emergono da questa edizione, c’è la rincorsa dell’Est del mondo. «La gente – scrive RobecoSam – assume che i mercati emergenti perdano la sfida rispetto ai mercati sviluppati quando si parla di corporate sustainability». Viceversa, i dati raccolti rimostrano che «le società delle aree emergenti hanno raggiunto i competitor occidentali, e in qualche caso li hanno sorpassati». Dal 2008 al 2013 il numero di società partecipanti al Corporate Sustainability Assessment di RobecoSam dai mercati emergenti è passato da 27 a 89 e oggi vale il 10,9% del campione (e ottiene la stessa percentuale, il 10%, di gold class nella propria categoria)
Interessanti anche gli aspetti sottolineati nell’intervento di Kpmg, con riferimento a una propria ricerca: «Circa tre quarti delle 4.100 società coperte dai nostri analisti, ossia le top 100 di 41 Paesi, adesso emette un report Crs o di sostenibilità. L’Asia-Pacifico, in particolare, ha registrato una crescita rimarcabile: solo due anni fa, meno della metà realizzava un bilancio di sostenibilità, ossi sono sette aziende su dieci».
Altro punto significativo, secondo Kpmg, è che oggi il 51% delle società monitorate «include le informazioni Csr nei propri bilanci finanziari annuali». La percentuale si fermava al 20% solo due anni fa. Questo significa aver passato una soglia importante: la maggioranza delle aziende «comincia a ritenere strategico e core per il proprio business questo genere di informazioni».
A cura di ETicaNews