24 febbraio 2014 – Enel ancora una volta all’avanguardia nelle iniziative di engagement. Enel, tuttavia, ancora una volta apparentemente incompleta nel salto mortale in avanti. Col rischio di sprecare un’altra ottima idea.

Nei giorni scorsi, il colosso energetico guidato da Fulvio Conti ha presentato il progetto Eidos Market, una sorta di Borsa delle idee aperta all’esercito di 71mila dipendenti della società sparsi in giro per il mondo. Enel l’ha definita una piattaforma di crowdsourcing (più o meno: fonti di idee in crowd) per l’innovazione. Nella piattaforma il management presenterà le sfide da affrontare, e a queste sfide, attraverso la rete intranet, ogni dipendente del gruppo potrà proporre la sua idea di soluzione e commentare (quindi promuovere/acquistare) quella di altri dipendenti. «I dipendenti Enel – si legge nella nota – sono gli investitori, e le idee sono i titoli del listino. In questo modo è possibile identificare facilmente le idee ritenute più promettenti, che saranno sottoposte all’attenzione del management che deciderà quali realizzare».

IL PASSO ILLUMINATO
Il passo illuminato di Enel è quello di aver attivato una piattaforma bottom-up, capace di coinvolgere un numero di persone che molti siti internet si sognerebbero di avere al seguito. Non solo. Il coinvolgimento prende la forma di una Borsa, cioè di un sistema che premia il volere del mercato, ovvero della maggioranza dei partecipanti, con massima trasparenza ed equità.

Vista così, Enel ha la capacità di investimento e i numeri (di persone) per creare una community senza eguali. Vale a dire, ha la potenza e ha trovato l’idea per coinvolgere oltre 70mila persone e unirle e fidelizzarle attorno allo stesso progetto e ideale.

Attenzione. ETicaNews ha riportato di recente più di un esempio (vedi quanto discusso a Davos) di come i concetti di engagement e community siano ritenuti alla base del modello economico-sociale del futuro. Essi rappresentano il superamento della comunicazione, ma, soprattutto, rappresentano l’identità imprenditoriale socialmente integrata del domani (vedi ciò che riporta l’ultimo rapporto Eurispes).

A LUCE SPENTA
Ebbene, proprio su questo concetto, quello di community, l’iniziativa Eidos sembra scivolare. Già nella forma in cui è stato comunicata, appare principalmente una mossa di marketing. Non si capisce, infatti, perché, una volta attivato un simile patrimonio di interazione, la piattaforma debba essere dedicata all’innovazione. Anzi, alla «cultura dell’innovazione». Lo ha detto chiaramente l’amministratore delegato: «Strumenti, come Eidos Market – ha commentato Conti – incentivano a far emergere il potenziale creativo di tutti i nostri colleghi. Spirito di iniziativa, fantasia e competenze delle nostre persone sono una risorsa straordinaria da cui attingere per alimentare il processo di innovazione».

Per quanto parlare di innovazione oggi “buchi” i giornali, appare concettualmente sbagliato. In primo luogo, Enel non può dipendere dall’innovazione che viene dal basso. L’innovazione è il risultato di investimenti di ricerca, se non di analisi e decisioni coraggiose. Tanto che, nella nota di Enel, si spiega che «le idee ritenute più promettenti, saranno sottoposte all’attenzione del management che deciderà quali realizzare». Mica detto, giustamente, che i risultati della votazione saranno vincolanti.

Ma, soprattutto, il massimo obiettivo di Eidos non può e non deve essere «far emergere il potenziale creativo, la fantasia e le competenze». L’opportunità enorme è quella di fare di Enel e i suoi dipendenti quasi “un sol uomo”. Cioè, creare una community. Di valori, di obiettivi, di partecipazione a ogni scelta e destino dell’azienda.

Di questo mondo futuro non c’è traccia nell’annuncio di Eidos. La parola community non compare nel comunicato stampa, e non compare in nessuno degli articoli a esso conseguenti consultabili in rete.

IL PRECEDENTE

È possibile che Enel sia rimasta scottata da questo concetto, dopo la campagna #guerrieri. In quella occasione, l’iniziativa del gigante elettrico era finalizzata alla creazione di una community sociale (esterna all’azienda, per quanto a essa connessa). Ma il balzo in avanti fu eccessivamente lungo, non si tenne conto della forza intrinseca di una community, e l’effetto boomerang fu piuttosto evidente.

Con Eidos, il cui significato in greco significa “aspetto”, ci si è fermati alla forma. Ci sarebbero grandi potenzialità per arrivare alla sostanza.

A cura di ETicaNews