4 novembre 2014 – Con delibera di iscrizione numero 19059 del 29 ottobre scorso, Consob ha ammesso alla sezione ordinaria del registro delle piattaforme di equity crowdfunding italiano un nuovo attore. Si tratta di Ecomill, piattaforma dedicata all’energia, all’efficienza e alla riqualificazione del territorio, oltre che ai progetti a vocazione sociale.
La piattaforma nasce grazie al bando Welcome Business lanciato nel 2012 dalla Camera di Commercio del Comune di Milano. Chiara Candelise, amministratore delegato e fondatore della piattaforma, è un raro esempio di rientro dei cervelli. Candelise, infatti, ha vissuto a Londra per 12 anni, dove ha lavorato come economista per il governo inglese e dove è Research Fellow all’Imperial College. Qui in Italia è Research Fellow presso l’Università Bocconi, su modelli innovativi di investimento nel settore energetico. Ecomill si inserisce appunto in questo filone di ricerca.
Ecomill ambisce a facilitare la diffusione di forme di “impresa comunità”. «La ratio è quella di da un lato offrire opportunità di democratizzazione e disintermediazione della finanza e dall’altro facilitare una distribuzione di risorse finanziarie sul territorio – racconta Candelise a ETicaNews –, e partire dalle imprese che operano nel settore energetico è quanto di più vicino al territorio adesso riusciamo a immaginare». I primi progetti saranno presentati da startup innovative operanti in questo settore, «ma l’idea nel medio lungo è quella di prepararsi a una seconda fase, con progetti che presentino caratteristiche di azionariato diffuso più forti, con valenza ambientale e territoriale». E per raggiungere questo obiettivo, la necessità è quella di veicolare cittadini e piccole e medie imprese nel settore dell’equity crowdfunding, e questo passaggio avviene solo quando il cittadino partecipa del progetto di cui usufruisce.
«L’idea è quella di superare la dicotomia tra azienda che fa massimizzazione del profitto e l’associazionismo (coop e non profit) – continua Candelise – e sostenere il messaggio che si può fare impresa nel territorio italiano con forme di coinvolgimento diretto del cittadino nell’impresa, attraverso forme di azionariato diffuso». A sostegno di questa tesi Candelise porta l’esempio di un progetto che ha avuto grande eco in Olanda: De WindCentrale, la Centrale Eolica, appunto. L’azienda ha raccolto, attraverso una campagna di crowdfunding, più di un milione di euro per la costruzione di “mulini a vento” in grado di generare energia eolica offrendo una “comproprietà” ai finanziatori. In questo modo, circa 5.500 famiglie, con una sottoscrizione media di 350 euro, hanno consentito la realizzazione di due centrali eoliche nel territorio con la possibilità di utilizzare quella stessa energia elettrica per i prossimi 16 anni. Altri esempi di piattaforme a cui si ispira Ecomill sono poi le inglesi Abundance Generation, e Trillion Fund.
Sul fronte dell’adempimento dei vari passaggi per il lancio del portale, che è previsto per l’inizio del 2015, Ecomill ha iniziato a interloquire con Banca Etica, ma l’accordo non è stato ancora finalizzato. Sono già due o tre le startup allo studio, ma dal momento del lancio della landing page sono arrivate numerose manifestazioni di interesse. La sfida, come sottolinea Candelise, va avanti su due fronti, «da un lato lo scouting delle aziende giuste, quelle che possono attrarre davvero l’interesse della crowd, dall’altro la logica della rete, ossia la necessità, per le piattaforme esistenti, di lavorare insieme per poter esercitare maggiore influenza e per contribuire a perfezionare il regolamento attuale». Con questa logica, Ecomill ha aderito a Eeca (European equity crowdfunding association) in vista di un coordinamento europeo relativo a progetti cross country.
E la stessa logica, secondo Candelise, deve essere riproposta nel nostro Paese. La regolamentazione italiana, infatti, comporta oneri che rallentano un po’ i tempi di sviluppo (anche in vista di un’eventuale apertura a startup non innovative). «La mia opinione – conclude– è che l’equity crowdfunding in Italia ha bisogno di tempo per maturare, già il prossimo anno vedremo se ci sono gli strumenti per crescere».
Raffaela Ulgheri
A cura di ETicaNews