20 novembre 2014 – Del recente rapporto intitolato Impact Investment: The Invisible Heart of Markets – Harnessing the power of entrepreneurship, innovation and capital for public good pubblicato dalla task force G8 sul potenziale impatto che gli investimenti possono e devono avere per aiutare a risolvere alcuni dei problemi più urgenti della società, come la cura dei bambini e degli anziani, di rigenerazione della comunità, l’inclusione finanziaria, il diritto alla casa e il recupero dei reclusi, se ne è parlato diffusamente. Ma su come fino a che punto le grandi singole istituzioni finanziarie private stanno contribuendo se ne sa poco. Cerchiamo di capire la proposta in tal senso di un player mondiale, come nel caso di Deutsche Bank.
Capire e monitorare il ruolo che le grandi banche hanno deciso di interpretare nella dinamica in forte espansione della finanza a impatto è fondamentale anche alla luce dei numeri di questo che è comunque un business: J.P. Morgan stima che 10,6 miliardi dollari di investimenti nel mondo possono essere già classificati come a impatto e rivela che molti operatori di mercato si aspettano una forte espansione. Ma se si allarga lo sguardo agli investimenti responsabili e sostenibili gli investitori che puntano su forme di investimento Sri totalizzano ben 45.000 miliardi dollari. E per gli esperti una parte di tali attività potrebbe diventare rapidamente investimenti a impatto.
Come si inserisce in questa dinamica lo sforzo di Deutsche Bank? Quello che ha fatto finora in Italia è noto (vedere E’ corsa al social bond. Quale scegliere?). Ha emesso il primo Social Bond (prestito obbligazionario solidale) per un ammontare complessivo di 20 milioni di euro, a favore della Fondazione Banco Alimentare Onlus, attiva da 25 anni nel recupero delle eccedenze alimentari per le persone in stato di bisogno. Un passo che va inserito all’interno di uno sforzo ben più ampio. In Europa, Deutsche Bank Asset & Wealth Management sta implementando veri e propri fondi di investimento ad impatto che si concentrano sulla sicurezza alimentare, la riduzione della povertà e la creazione di occupazione e la mitigazione dei cambiamenti climatici.
Il tutto si affianca a un’azione in prima linea nel Regno Unito. Nel 2011, Deutsche Bank ha creato un fondo dedicato e specializzato, denominato Impact Investment Fund I (IIF), che ha indirizzato circa dieci milioni di sterline a investimenti a impatto in campo sociale e ambientale. Un esempio? Recentemente IIF ha investito un milione di sterline nel primo fondo obbligazionario a impatto sociale del Regno Unito, che ha raggiunto una capitale totale di 25 milioni di sterline nel terzo trimestre del 2014.
L’impegno nell’impact investing di Db in Usa è forse ancora maggiore. Si inserisce da quasi 20 anni all’interno del Global Social Finance Group, associazione che ha investito oltre 2,5 miliardi di dollari negli Stati Uniti da fine anni Novanta.
Come si vede è un impegno globale. La speranza è che l’investimento a impatto targato Db abbia ulteriore sviluppo in Italia sulla scia di quanto dichiarato Flavio Valeri, chief country officer Italia per Deutsche Bank: «Siamo molto soddisfatti di aver lanciato il primo Social Bond della Banca nel nostro Paese. Grazie a questi strumenti, riusciamo a unire l’attività tipica del business creditizio con la nostra vocazione ad agire in qualità di partner del territorio in cui operiamo, contribuendo attivamente al suo sviluppo e sostegno. Ci auguriamo seguano a quello di oggi altri collocamenti a scopo benefico, accanto a fondazioni ed enti di valore». Staremo a vedere.
A cura di ETicaNews