15 dicembre 2014 – Si sono conclusi con oltre 32 ore di ritardo rispetto alle previsioni i lavori della Conferenza ONU sul Clima di Lima, con un accordo che vede per la prima volta tutti i Paesi concordi sulla necessità di ridurre le emissioni inquinanti per rimanere al di sotto dei 2°C di aumento medio della temperatura globale. Si tratta tuttavia di un accordo debole che non delinea impegni concreti, ma rimanda tutto ai prossimi mesi.
Secondo Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia di WWF Italia, “a Lima hanno prevalso gli egoismi e l’incapacità dei governi di agire in modo collettivo contro una minaccia di portata enorme. Ma ha anche prevalso l’azione ben concertata delle lobby fossili, che hanno fatto di tutto per dividere, far serpeggiare la sfiducia e approfondire le distanze. Se vogliono sul serio prevenire la catastrofe climatica, i governi devono ora immediatamente individuare le azioni specifiche per ridurre le emissioni e fornire finanziamenti prima del 2020. Ci saranno ampie opportunità di farlo con i paesi più sviluppati riuniti per il G7 in Germania e i vertici ONU previsti per giugno 2015. Ci sono sei mesi per decidere tagli delle emissioni più ambiziosi e gli impegni finanziari per il periodo fino al 2020”.