Fonte (AIMnews.it) – Stiamo puntando a una decisa crescita nel settore dell’efficienza energetica”. Afferma così Fabio Massimo Bombacci, presidente di Elettra Investimenti. Un comparto in cui la società di energie rinnovabili è già presente sia grazie all’acquisizione a dicembre di Tholos e la start up innovativa PHPwer, sia con la costituzione della newco RedEn, specializzata in soluzioni di efficientamento dei processi termici.

L’apporto al fatturato del comparto andrà quindi ad aumentare progressivamente?
Per il 2017 le nostre aspettative sono di un 27% dei ricavi dal settore dell’efficienza energetica e un 51% da generazione di energia, con un rimanente 13% di O&M. In prospettiva, poi, questo settore è destinato nei nostri piani ad aumentare di peso, anche se puntiamo a far crescere in valore assoluti tutti le nostre business area. Ci aspettiamo che nel giro di due o tre anni efficienza energetica e l’IoT applicato al settore Energy possano costituire la parte principale del nostro fatturato.

Settori quindi in rapida crescita…
In rapida crescita perché si tratta di mercati in via di costruzione e pertanto ritengo possa avere tassi di crescita molto importanti nei prossimi anni.

A proposito di IoT: ci spiega l’operazione annunciata qualche settimana fa?
Abbiamo rilevato il 5% di due società francesi. Si tratta di una partecipazione minoritaria – il resto del capitale delle due società è in mano a fondi di investimento e persone fisiche; il nostro obiettivo è quello di rafforzare la partnership commerciale e iniziare a lavorare anche all’estero: i francesi utilizzeranno parte del nostro hardware, la nostra piattaforma cloud e la tecnologia che abbiamo sviluppato ed Elettra avrà invece l’esclusiva in Italia e in Asia-Pacifico del loro hardware di monitoraggio, particolarmente adatti alla clientela retail e alla piccola impresa.

Senza contare la vostra esclusiva nei Paesi asiatici…
Esatto. Stiamo valutando di strutturarci in maniera diversa per sfruttare questa esclusiva.

E siete anche solidi dal punto di vista patrimoniale…
Sostanzialmente non abbiamo debiti netti, il patrimonio netto è di 15,5 milioni, abbiamo ordini per oltre 200 milioni di euro. Abbiamo un programma di acquisizioni in continua evoluzione e sono abbastanza convinto che due o tre operazioni in Italia, di cui due importanti, povremmo riuscire a realizzarle entro l’anno.

Come è finora la vostra esperienza di Aim?
Fino a poco tempo fa Aim era una fase di passaggio con le società indirizzate poi al mercato principale di Borsa. Anche per i problemi di liquidità che tutti conoscevamo. Da inizio anno, invece, la liquidità è arrivata anche su questo segmento di mercato grazie all’avvio dei Pir. Da parte nostra abbiamo finora mantenuto quanto indicato in fase di quotazione, la società in questi due anni ha raddoppiato fatturato e marginalità, abbiamo assegnato le bonus share agli investitori che hanno acquistato titoli in Ipo e distribuito dividendi in entrambi gli esercizi, ora stiamo affrontando sfide tecniche importanti e la nostra propensione tecnologica ci è stata anche certificata con la qualifica di Pmi innovativa. Attualmente siamo valutati a 3 volte l’ebitda, che ci aspettiamo di 8 milioni per quest’anno.

La proroga della scadenza degli warrant, poi, potrebbe darvi nuova liquidità…
Allungando di due anni la scadenza degli warrant abbiamo voluto dare un ulteriore segno di attenzione al mercato. Per lo stesso motivo abbiamo poi voluto mantenere il prezzo di esercizio a 8,10 euro per azione sia per il 2018 che per il 2019, lo stesso prezzo previsto per la finestra di esercizio del 2017.

State già pensando al passaggio al mercato principale, anche se manca ancora un anno?
È un’ipotesi. Stiamo lavorando in varie direzioni. Stiamo bene all’Aim, anche se vi sono progetti che hanno forse più senso in un contesto più grande, ma al momento è tutto in fase di studio.