14 dicembre 2012 – La sostenibilità, da valore aziendale a valore condiviso. Anche scendendo per le strade. Timberland, da questo punto di vista, ha segnato un passaggio importante. L’azienda, già nota per progetti ambientali come la piantumazione di alberi, ha concluso in questi giorni il progetto “Earthkeepers on the Road. Storia di gente fuori”. Lo scopo? Raccontare un’Italia diversa e inedita attraverso le storie di persone che hanno scelto di essere paladini dell’ambiente sia nel lavoro sia nella vita privata. In un certo senso, Timberland ha ribaltato i ruoli: si è resa aggregatore e strumento di condivisione di storie di sostenibilità della realtà in cui si muove.
L’iniziativa ha previsto un viaggio di cinque settimane lungo tutta la Penisola di due reporter professionisti, Federico e Martina. I quali, in questo periodo, hanno raccontato le storie degli earthkeepers di Italia sulla rete attraverso Facebook, YouTube e Twitter. A qualsiasi ora, sette giorni su sette, era possibile seguire su più piattaforme i loro spostamenti: le storie più interessanti sono disponibili adesso sul sito www.earthkeepers.it.
Tra i racconti da segnalare, quello di Toni Zarpellon, un artista che da più di vent’anni ha spostato il suo studio nelle cavi di sassi abbandonate di Rubbio, vicino a Bassano del Grappa, che ha trovato il punto in cui arte e natura si incontrano. «Avere sopra la testa un cielo azzurro, oppure la pioggia o la neve – dice Toni nel video dei due reporter – era sentirmi parte integrante della natura».
Un’altra delle storie è quella di Alessandro Zanola. Ogni giorno, a Rovato, in provincia di Brescia, Alessandro si arrampica di ramo in ramo e controlla salute e la stabilità degli alberi ad alto fusto in città. «All’inizio non c’era neanche un cliente e avevo solo il brevetto per potermi arrampicare sulle piante. Con la tenacia, i clienti sono arrivati e il lavoro anche». Quando gli si chiede perché ha scelto di essere un earthkeeper risponde: «Le piante senza di noi possono sopravvivere. Noi senza le piante no». Tra le altre storie “green”, anche quella degli organizzatori del Re Boat Race, curiosa competizione che si svolge ogni anno a Roma sul laghetto dell’Eur. È una gara tra barche fatte con materiali riciclati e spinte solo da energie pulite. La sfida? Ottenere il titolo di imbarcazione più sostenibile.
Timberland da tempo ha inserito nell’organico la figura del global steward, un dipendente che, per ogni stato in cui è presente l’azienda, si assume per due anni la responsabilità di gestire la Csr all’interno dell’azienda. Inoltre, quest’anno ricorre il ventennale del programma di volontariato Path of serviceTM, che permette a ogni dipendente di disporre di 40 ore annuali retribuite da dedicare ad azioni di volontariato a livello locale.
Manuela Messina
A cura di ETicaNews