18 marzo 2014 – Fondi pensione socialmente responsabili. La riflessione è cominciata anche in Italia, e anche da parte delle associazioni di categoria. Insomma, il sistema si muove e ha lanciato, il 13 marzo a Roma, un messaggio significativo verso la definizione – e la diffusione – di un approccio etico da parte degli investitori pensionistici e previdenziali. L’occasione è stato il convegno “Gli investimenti etici dei fondi pensione” organizzato da Assoprevidenza presso la sede della Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione. La spinta dei fondi pensione verso la sostenibilità, del resto, è già emersa dal Dossier Caccia allo Sri che ETicaNews sta pubblicando in queste settimane, e che sarà raccolto in un ebook presentato al Salone del risparmio (scarica invito). A Roma, sono state portate ricerche, idee ed esperienze con l’intenzione di fare sul serio con una logica di investimento che sta suscitando molto interesse negli ultimi anni. Per quanto, in Italia, ancora si confronti con ostacoli strutturali e culturali.

Il nostro Paese rappresenta solo il 2% del mercato europeo dei fondi socialmente responsabili. E se in Europa le risorse investite con criteri etici sono raddoppiate fra il 2007 e il 2009, raggiungendo i 5mila miliardi di euro, in Italia «manca l’offerta per chi vuole investire etico». Ad affermarlo è Antonio Miglio, consigliere delegato di Ream Sgr, società di gestione del risparmio specializzata nell’istituzione e gestione di fondi comuni di investimento immobiliari. «Servono delle idee per sviluppare il settore degli investimenti responsabili», ha aggiunto. Idee come quelle sviluppate dal fondo etico Greenstar, di cui Ream Sgr è promotore.

Greenstar investe nella produzione di energia elettrica e termica da biomasse vegetali inutilizzate. Uno dei progetti sostenuti dal fondo interessa la zona di Iglesias, in Sardegna. Qui, nei locali della ex Rockwool, fabbrica di lana di roccia chiusa nel 2010, verrà costruita una centrale per la produzione di calore con biomasse di scarti boschivi. Il progetto punta a creare una cinquantina di posti di lavoro e coinvolgerà anche una cooperativa locale. Dal settore green al welfare, il gruppo cooperativo Cgm è alla ricerca di partner che investano nell’attività di welfare per le imprese sociali.

OPPORTUNITÀ E REGOLE

Il settore pensionistico e previdenziale, dunque, comincia ad avere qualche “opportunità” di investimento (anche alla luce del recente sblocco della normativa). Il vero punto di svolta, tuttavia, arriverà quando verranno stabilite delle regole e dei modelli di comportamento che guidino le scelte di tutti i fondi. Per ora, uno dei punti di riferimento sono i criteri con cui Vigeo, tra gli sponsor dell’iniziativa, una fra le principali agenzie di rating sociale, ambientale e di governance, valuta gli investimenti socialmente responsabili. Si va dall’esclusione (per esempio no alle imprese che investono negli armamenti, che non rispettano i diritti umani, che lucrano sui conflitti armati), all’engagement (quanto il management tiene conto delle attese e degli interessi degli stakeholder, e quanto è consapevole dell’impatto delle proprie scelte al fine di ridurre i rischi) a una serie di informazioni finanziarie e non finanziarie che delineano il comportamento delle aziende.

Dall’altra parte ci sono le regole introdotte dalla Covip, che svolge un ruolo di vigilanza sulla trasparenza e sugli aspetti etici collegati alla gestione delle risorse dei fondi pensione. Nel 2012 con una delibera aveva imposto ai fondi di redarre un documento sulla politica di investimento dove devono essere «esplicitati gli aspetti etici, sociali e ambientali cui si intende dedicare attenzione nella gestione delle risorse». Nella stessa delibera veniva anche introdotta la «funzione finanza» che ha il compito di verificare «periodicamente, con il supporto del consulente per gli investimenti etici (se presente), il rispetto da parte dei soggetti incaricati della gestione delle indicazioni date in ordine ai principi e ai criteri di investimento sostenibile e responsabile, laddove previsti nell’ambito dei criteri di attuazione della politica di investimento». Le cose non sono cambiate molto dal 2012. E la necessità di uno strumento normativo completo, che faccia chiarezza nelle scelte di investimento etico per i fondi pensione diventa sempre più urgente.

Cinzia Franceschini

A cura di ETicaNews