10 luglio 2013 – L’immagine della multinazionale brasiliana Vale è in caduta libera. L’etica della seconda impresa mineraria al mondo, infatti, è stata messa in discussione nelle ultime settimane da pesanti accuse che ruotano intorno a una unità di intelligence interna che avrebbe operato attraverso intercettazioni illegali, infiltrandosi nei movimenti sociali scomodi e persino offrendo prostitute a deputati influenti per fare lobby in maniera più efficace. Insomma, una vera e propria mazzata. Che arriva prima ancora di aver messo una pezza alla figuraccia fatta con la vittoria del Public Eye Award 2012, il premio per la peggiore multinazionale al mondo (leggi “Peggio di Vale nessuno mai“). E dopo la pubblicazione di un “Rapporto di insostenibilità” da parte del Movimento internazionale delle vittime della Vale.
A portare la Vale sul banco degli imputati questa volta è André Almeida, 40 anni, un ex manager che ha lavorato per 6 anni proprio nell’unità investigativa dell’impresa e che è stato licenziato nel marzo 2012. Almeida sembra avere deciso di vuotare il sacco, ammettendo anche la propria partecipazione a queste azioni. E per non lasciare tutto alle parole, sul tavolo delle autorità sarebbero già arrivate 1.300 pagine a sostegno delle rivelazioni del funzionario.
Ad aprire le danze sulla stampa nazionale è stata una delle maggiori riviste del Paese, Veja, che lo scorso 20 aprile ha pubblicato un primo articolo sull’argomento intitolato “Manager esplosivo”, e che ha poi approfondito la questione nella rivista cartacea con “La miniera di intercettazioni della Vale”. In particolare, stando alle informazioni raccolte da Veja, Almeida ha dichiarato agli inquirenti che «i direttori dell’azienda facevano intercettare funzionari, ottenere bollette telefoniche di giornalisti e infiltrare persone nei movimenti sociali». E lo stesso Almeida «si auto-incrimina dicendo che proprio lui partecipava di questo sporco lavoro».
L’ex manager afferma di aver pagato persone perché si infiltrassero in movimenti sociali scomodi come la rete Sui binari della giustizia e il movimento dei Sem Terra, oltre ad aver partecipato all’installazione di strumenti che servivano per le intercettazioni. Il colosso brasiliano, inoltre, sarebbe arrivato a ottenere i dati relativi ai contatti telefonici di Vera Durāo, una giornalista della rivista Valor Econômico che seguiva l’attività della società.
Un articolo di approfondimento pubblicato dalla Gazeta Online, della rete Globo, ha riportato anche le dichiarazioni dell’avvocato di un altro ex dipendente della Vale che sta accusando di spionaggio la compagnia. «Le associazioni di abitanti che combattono la polvere nera (cioè la polvere di ferro prodotta dal lavoro delle siderurgiche, ndr), Sui binari della giustizia, ambientalisti, sindacalisti, politici e giornalisti, tutti erano nel radar della Direzione di sicurezza e abbiamo più di 1.300 pagine di prove». Secondo l’avvocato di Almeida, Ricardo Ribeiro, «la Direzione di sicurezza fu istituita ufficialmente nel 2008» e «si utilizzavano intercettazioni telefoniche, rottura del segreto bancario dei clienti, invasione della privacy, tangenti, ricatti». Insomma, «non c’erano più limiti» e i computer degli stessi dipendenti dell’azienda sarebbero stati messi sotto controllo.
Secondo quanto riferito dall’Agencia Estado, inoltre, l’avvocato di Almeida ha dichiarato che «questa divisione aziendale era stata progettata da ex militari» e, in particolare, «la maggior parte dei suoi componenti erano ex membri del Cpor (Centro di preparazione degli ufficiali di riserva) e del Npor (Nucleo di preparazione di ufficiali di riserva)».
La Vale sta rispondendo alle accuse definendole «infondate» e cercando di screditare Almeida, facendo sapere che era stato licenziato «per giusta causa». La società con sede in Rio de Janeiro, inoltre, ammette di fare un “monitoraggio” delle organizzazioni citate nelle accuse, ma senza avere mai infiltrato nessuno. In ogni caso, il presidente del Cda, Dan Conrado, e il direttore-presidente, Murilo Ferreira, hanno annunciato l’avviamento di un audit interno, anche se tutte le contestazioni – sostiene sempre la Vale – sarebbero relative alla gestione anteriore di Roger Agnelli (i vertici della società hanno dichiarato che la divisione in cui lavorava Almeida non esiste più).
Altri articoli su questa vicenda sono stati pubblicati, tra gli altri, da Consultor Jurídico, Valor Econômico, Gazeta Online, Federazione internazionale dei diritti umani, Século Diário.
Marco Ratti