14 maggio 2014 – I due terzi del nostro pianeta sono coperti da mari e oceani che, se gestiti in maniera responsabile, possono costituire fonti di cibo, farmaci ed energia proteggendo contemporaneamente gli ecosistemi per le generazioni future. Tuttavia, perché tutto ciò sia possibile è necessario disporre di maggiori conoscenze. La Commissione ha dunque presentato la scorsa settimana un piano d’azione per l’innovazione dell'”economia blu”, per contribuire ad un uso sostenibile delle risorse oceaniche e stimolare la crescita e l’occupazione in Europa.
Maria Damanaki, Commissaria europea per gli Affari marittimi e la pesca, ha dichiarato: “Oggi gettiamo le fondamenta affinché le future generazioni europee possano disporre delle conoscenze e delle competenze per gestire al meglio i nostri oceani e trarne i massimi benefici possibili rispettando contemporaneamente l’equilibrio dell’ecosistema marino.” Ha poi aggiunto: “Ad esempio, la nostra iniziativa di creare una mappa digitale di tutti i fondali delle acque europee aumenterà la prevedibilità per le imprese, agevolando gli investimenti, abbassando i costi e stimolando innovazioni ulteriori per una crescita blu sostenibile.”
La Commissione ha identificato una serie di ostacoli da superare: la nostra conoscenza dei mari è ancora limitata, manca un coordinamento tra i centri di ricerca dei diversi Stati membri nel settore marittimo, che in futuro avrà bisogno di un maggior numero di ingegneri e scienziati per l’applicazione di nuove tecnologie nell’ambiente marino.
Máire Geoghegan-Quinn, Commissaria europea per la Ricerca, l’innovazione e la scienza ha dichiarato: “Probabilmente conosciamo meglio la superficie della Luna e perfino di Marte dei fondali marini. L’innovazione marittima ha un potenziale enorme per la nostra economia, e ci aiuterà a far fronte a sfide come il cambiamento climatico e la sicurezza alimentare. La crescita blu rappresenta dunque un aspetto centrale di Orizzonte 2020, il nostro nuovo programma di ricerca e innovazione.”
Il piano d’azione della Commissione presentato oggi si propone di:
- elaborare una mappa digitale dell’intero fondale marino delle acque europee entro il 2020;
- creare una piattaforma di informazione online, operativa entro la fine del 2015, sui progetti di ricerca marina nell’ambito del programma Orizzonte 2020 e sui lavori di ricerca marina finanziati a livello nazionale e condividere i risultati dei progetti portati a termine;
- istituire un forum sull’economia blu destinato al mondo della scienza e delle imprese, che coinvolga il settore privato, gli scienziati e le ONG per contribuire a modellare l’economia blu del futuro e condividere idee e risultati. Una prima riunione si terrà a margine dell’evento Giornata marittima 2015 al Pireo, in Grecia;
- incoraggiare gli operatori della ricerca, delle imprese e dell’istruzione ad individuare le esigenze e le competenze della forza lavoro di domani nel settore marittimo entro il 2016;
- esaminare la possibilità di costituire, dopo il 2020, una Comunità per la conoscenza e l’innovazione (CCI) per l’economia blu che riunisca i principali soggetti interessati provenienti dal mondo della ricerca, delle imprese e dell’istruzione dopo il 2020. Le CCI, che fanno parte dell’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (IET), possono promuovere l’innovazione in vari modi, per esempio mediante programmi di formazione e istruzione, agevolando il percorso dalla ricerca al mercato e promuovendo progetti di innovazione e incubatori di imprese.
Contesto
L’economia marittima o “economia blu” ha una portata molto ampia nell’UE, con oltre 5 milioni di lavoratori in settori molto diversi tra loro quali la pesca, i trasporti, la biotecnologia marina e le energie rinnovabili offshore.
Tra il 2007 e il 2013, la Commissione europea ha contribuito con una media di 350 milioni di EUR all’anno alla ricerca marina e marittima nell’ambito del settimo programma quadro. Una parte considerevole di tale ricerca è effettuata anche mediante i programmi degli Stati membri (circa 300 milioni di EUR all’anno in Francia e Germania, ad esempio). La crescita blu rappresenta un “settore prioritario” nel nuovo programma Orizzonte 2020, con un bilancio di 145 milioni di EUR per il solo biennio 2014-2015 ed ulteriori possibilità di finanziamento in altri comparti del programma.
Il 30% circa dei fondali circostanti l’Europa non è ancora stato oggetto di ricerche. La percentuale varia dal 5% del Golfo di Biscaglia e della costa iberica ad oltre il 40% del Mare del Nord, del Mar Ionio e del Mediterraneo centrale. Una migliore comprensione di ciò che accade al di sotto del livello del mare consentirà di conoscere meglio le risorse oceaniche e di capire come sfruttarle in modo sostenibile.
Le carenze in termini di competenze sono già evidenti nel settore dell’energia eolica. Nel 2012 tale settore offshore ha costituito il 10% della capacità eolica annuale installata e ha impiegato direttamente e indirettamente 58 000 persone in tutta Europa. Si prevede che entro il 2020 la percentuale di energia eolica offshore raggiungerà il 30% della capacità eolica annuale installata. Ciò significa 191 000 posti di lavoro entro il 2020, destinati a salire a 318 000 entro il 2030. Ma la carenza di personale specializzato in questo settore potrebbe ulteriormente aggravarsi, passando dagli attuali 7 000 equivalenti a tempo pieno a 14 000, se non verranno sviluppate le necessarie competenze, ad esempio nei settori della manutenzione e della fabbricazione.
Fonte: Commissione Europea, comunicato stampa 08/05/2014