29 ottobre 2014 – Snam è stata scelta come esempio di good practice per trasparenza e compliance nel processo di nomina degli amministratori dal Pri, l’iniziativa dell’Onu sui “Principles for responbible investment” che raccoglie gli investitori istituzionali più attenti ai principi di sostenibilità e responsabilità sociale nella scelte di investimento. Il Pri ha svolto uno studio, “Director nomination process”, che ha analizzato i sistemi di sette Paesi (Italia, Stati Uniti, Australia, Francia, Regno Unito, Svezia e Canada) individuando per ciascuno un case study.
«Lo studio evidenzia come il processo di elezione dei consiglieri di amministrazione di Snam rispetti pienamente i principi-base che il Pri rappresenta nel suo statuto e le best practice internazionali con particolare riferimento al numero di consiglieri indipendenti, al rispetto della parità di genere e alla trasparenza delle informazioni riguardanti gli amministratori eletti», fa sapere l’azienda di San Donato Milanese.
L’istruttoria è stata condotta tra febbraio e marzo di quest’anno. Per ciascun Paese, il Pri ha chiesto ai fondi azionisti quali erano, secondo loro, le società con governance più avanzata e trasparente, e poi il Pri ha analizzato le informazioni e i documenti societari.
Gli investitori istituzionali detengono circa il 50,7% del capitale di Snam (controllata al 30% dalla Cassa Depositi e Prestiti): due investitori sono americani (State Street e Capital World Investors), uno italiano (Gruppo Generali), uno britannico (Blackrock) e uno di Hong Kong (Safe Investment Company).
«Il riconoscimento è il frutto del costante allineamento di Snam ai più evoluti standard internazionali di governance e testimonia la rilevanza dei risultati raggiunti in questi anni dalla società nel rapporto con gli investitori istituzionali», sostiene l’azienda.
La corporate governance di Snam prevede che i tre decimi degli amministratori siano tratti dalle liste di minoranza. Dal 2006, Snam effettua un processo di autovalutazione del board annuale con il supporto di un advisor esterno e indipendente, sostituito ciclicamente per garantire l’indipendenza (Egon Zehnder International fino al 2012, poi Crisci & Partners). In occasione delle ultime nomine degli organi sociali, avvenuta nella primavera del 2013, il board uscente ha espressamente indicato nella relazione degli amministratori agli azionisti, le figure professionali da rafforzare all’interno del consiglio come risultava dall’esito del processo di board evaluation. Sono stati, inoltre, apprezzati la presenza di comitato nomine (come tra l’altro previsto dal Codice di autodisciplina di Borsa Italiana), il numero di consiglieri indipendenti che rappresenta la maggioranza (sono 5 su 9) e la presenza femminile (4 consiglieri su 9 sono donne, una percentuale che supera gli obblighi di legge).
Il Pri ha anche sottolineato la trasparenza e le buone informazioni fornite in tutti gli aspetti del processo di nomina, ma ha anche fatto notare che manca il piano di successione per i consiglieri esecutivi e che le informazioni sui consiglieri di maggioranza e di minoranza sono disponibili soltanto in italiano.
Snam fa sapere che proseguirà nel segno di un continuo miglioramento. «Crediamo che il mercato apprezzerà sempre più il valore e il comportamento etico. Per questo da quest’anno abbiamo reso esplicito nella mission aziendale il valore etico dei comportamenti. I fondi vogliono sapere come un’azienda realizza i suoi profitti. Se quindici anni fa il focus era sul rispetto dell’ambiente, in futuro l’asticella on/off sarà quanta importanza si dà all’etica, quanto si è trasparenti. Trasparenza vuol dire fiducia e se gli investitori si fidano sono disposti a investire in un’azienda».
Per l’Italia, il Pri sottolinea, per quanto riguarda le minoranze, che il voto di lista dovrebbe riservare più di un consigliere in modo da poter distribuire un posto nel consiglio di amministrazione a più di un’unica lista. Inoltre, dovrebbe essere svolto un processo autovalutazione del board e dovrebbe essere data informazione in merito alle qualità richieste per i nuovi amministratori. Le nomine dovrebbero considerare anche la diversità geografica e l’esperienza internazionale. Infine, un richiamo a pubblicare le biografie anche in inglese.
Fausta Chiesa
A cura di ETicaNews