INDICAZIONI DEL GOVERNO SU CREDITO D’IMPOSTA:
QUOTAZIONE MANTENENDO IL CONTROLLO DELL’AZIENDA
RISPARMIO SUI COSTI SINO A 500.000 EURO
MAGGIORE DIALOGO TRA IMPRESA E MERCATO DEI CAPITALI
Milano, 3 gennaio 2018
La Legge di Bilancio 2018 ha approvato il credito d’imposta sul 50% dei costi di consulenza sostenuti per la quotazione in Borsa delle PMI fino al 31 dicembre 2020, con una misura di complessivi Euro 80 milioni nel triennio 2019-2021, per un importo massimo di 500.000 Euro ad azienda. La manovra si pone a completamento del pacchetto di incentivi “Finanza per la crescita” che prevede misure per agevolare l’accesso delle imprese alla finanza, promuovere un ambiente più favorevole agli investimenti produttivi e incentivare la capitalizzazione delle imprese.
Anna Lambiase, Amministratore Delegato di IR Top Consulting: ”La novità Finanziaria 2018 segna un passo importante nella cultura del mercato dei capitali in Italia; l’introduzione di agevolazioni fiscali sui costi sostenuti in fase di IPO potrà incentivare la quotazione in Borsa delle PMI che vorranno finanziare la propria crescita al di fuori dei tradizionali canali del credito. Dato il focus normativo su un target dimensionale di aziende con fatturato inferiore ai 50 milioni di Euro, riteniamo che il maggior impatto della Finanziaria si avrà su AIM Italia, il mercato che negli ultimi 4 anni ha visto il maggior afflusso di quotazioni di PMI e che nel 2017 ha mostrato un contesto molto favorevole trainato dai PIR. Il binomio risparmio – incentivi permetterà l’afflusso di nuove quotazioni che all’interno dell’ufficio studi abbiamo stimato in 200 nuove quotazioni nel triennio con una proiezione sul 2020 di 16 miliardi di capitalizzazione. Stimolare nuove quotazioni e ridurre il gap rispetto ai principali Paesi europei in termini di rapporto Market Cap su PIL significa dare al Paese nuove prospettive di crescita con effetti positivi sulla competitività e l’occupazione”.
Indicazioni del Governo a sostegno del credito d’imposta
Secondo le indicazioni del Governo, l’Italia per tornare ad essere competitiva deve rimuovere i vincoli alla crescita dimensionale delle sue imprese innanzitutto promuovendo la cultura del mercato dei capitali, con l’obiettivo di sostenere la crescita delle imprese più efficienti. Con la quotazione su mercati come AIM Italia è possibile finanziare il proprio progetto di crescita mantenendo il controllo dell’azienda. Nel 2017 il flottante medio di IPO non ha superato il 25% del capitale delle neo-quotate su AIM. Inoltre, per le quotazioni che avverranno entro i prossimi tre anni è possibile recuperare fino a 500.000 Euro grazie al CDI sui costi di consulenza per la quotazione. Da troppo tempo imprese e Borsa non si parlano, a scapito dell’intera economia. L’Italia potrà recuperare i paesi di testa dell’eurozona in termini di benessere se investitori e imprese italiane faranno squadra e comprenderanno che nel XXI° secolo il modo di ragionare e di programmare l’attività di impresa non può essere lo stesso rispetto al passato.
I soggetti destinatari sono le PMI italiane secondo la definizione dell’Unione Europea che si quoteranno sui mercati regolamentati e non regolamentati europei. Sulla base della definizione UE, che prevede un fatturato annuo compreso tra 2 e 50 milioni di Euro, prevediamo che il maggiore impatto della manovra sarà su AIM Italia, mercato per il quale CONSOB ha recentemente disposto la registrazione come “SME Growth Market”, efficace dal 3 gennaio 2018. La qualifica di mercato di crescita delle PMI farà aumentare la visibilità del mercato e delle società quotate a favore dell’accesso al capitale di rischio.
Il massimale di 500.000 Euro di credito d’imposta (CDI) sui costi sostenuti in IPO per singola azienda nell’ambito della misura consentirebbe minimo 160 nuove quotazioni in Borsa nel triennio 2018-2020. L’impatto che stimiamo su AIM Italia, anche sulla base del calcolo del CDI massimo per PMI prevede al 2020 una capitalizzazione di mercato di Euro 16 miliardi e circa 300 società quotate con un CAGR 2017-2020 pari a +49% in termini di numero di società, e +45% in termini di capitalizzazione.
I COSTI DI QUOTAZIONE SU AIM
I costi che l’Emittente sostiene per il processo di quotazione su AIM possono essere raggruppati in due macro categorie: costi fissi di advisory e costi variabili di collocamento.
I costi fissi sono espressi in funzione della struttura, dimensione e della complessità aziendale e, a prescindere dall’esito dell’operazione, includono tutte le consulenze specifiche necessarie per valutare la fattibilità di IPO e supportare la società nel processo tra cui: Studio di fattibilità di IPO, costi di Advisory finanziario per il supporto all’imprenditore nel processo di IPO; Due diligence (finanziaria e di business) e Documento di Ammissione da parte del NOMAD (Nominated Advisor); Giudizio sul Bilancio aziendale e Comfort Letter da parte della società di revisione, Gestione della Comunicazione finanziaria e delle Investor Relations da parte della società di comunicazione finanziaria e IR, Due diligence legale e fiscale e Fee di Listing verso Borsa Italiana e Monte Titoli.
I costi variabili si riferiscono al collocamento del titolo sul mercato e sono definiti come percentuale sulla raccolta complessiva di capitale (OPS + OPV). Questi ultimi non sono inclusi nel credito d’imposta.