21 gennaio 2014 – I commissari Maria Damanaki e Günther Oettinger hanno presentato ieri un nuovo piano d’azione volto a facilitare l’ulteriore sviluppo del settore dell’energia oceanica rinnovabile in Europa. Un elemento centrale di questo piano sarà la creazione di un Forum sull’energia oceanica, che riunisca i soggetti interessati al fine di rafforzare le capacità e promuovere la cooperazione. Il piano d’azione deve contribuire a condurre il settore nascente dell’”Energia blu” verso la piena industrializzazione. L’energia oceanica include tutte le tecnologie per la raccolta delle energie rinnovabili provenienti dai mari e dagli oceani, ad eccezione dell’energia eolica offshore. Il suo sfruttamento dovrebbe contribuire alla decarbonizzazione dell’economia dell’UE e fornire all’Europa un’energia rinnovabile sicura e affidabile.
Maria Damanaki, Commissaria europea per gli Affari marittimi e la pesca, ha dichiarato:
“Come sottolineato nella nostra strategia per la crescita blu, i mari e gli oceani dispongono del potenziale per creare un’ingente crescita economica e i posti di lavoro così necessari in questo momento. Aiutando il settore dell’energia oceanica a raggiungere il suo pieno sviluppo potremo sfruttare questo potenziale grazie all’innovazione, garantendo nel contempo all’Europa un’energia pulita e rinnovabile.”
Günther Oettinger, Commissario europeo responsabile per l’Energia, ha dichiarato:
“L’energia oceanica possiede un potenziale considerevole per aumentare la sicurezza di approvvigionamento. La comunicazione intende contribuire a promuovere l’innovazione tecnologica e a conseguire e andare oltre gli obiettivi della strategia Europa 2020. Lo sviluppo di un’ampia gamma di fonti di energie rinnovabili, fra cui l’energia oceanica, facilita inoltre la loro integrazione nel sistema energetico europeo.”
Le risorse energetiche oceaniche disponibili a livello mondiale superano il nostro fabbisogno energetico attuale e futuro. Esse potrebbero essere raccolte in molte forme, ad esempio attraverso l’energia del moto ondoso e l’energia mareomotrice. Lo sfruttamento dell’energia oceanica faciliterebbe la conversione dell’UE verso un’economia a bassa emissione di carbonio e, riducendo la sua dipendenza dai combustibili fossili, migliorerebbe la sicurezza energetica. L’energia oceanica potrebbe inoltre contribuire a bilanciare la produzione di energia proveniente da altre fonti rinnovabili, quali l’energia eolica e l’energia solare, per garantire un approvvigionamento globale costante della rete con energie rinnovabili. L’energia oceanica offre inoltre il potenziale per la creazione di nuovi posti di lavoro, altamente qualificati, in particolare nelle zone costiere dell’Europa spesso caratterizzate da elevati tassi di disoccupazione.
Nonostante il suo incontestabile potenziale, questo nuovo promettente settore si trova confrontato a una serie di sfide da superare per riuscire a produrre benefici significativi in termini economici e ambientali e divenire competitivo rispetto alle altre modalità di produzione di energia elettrica:
- i costi tecnologici sono elevati e l’accesso ai finanziamenti risulta difficile;
- sussistono notevoli ostacoli infrastrutturali, tra cui i problemi di collegamento alla rete o l’accesso ad adeguate strutture portuali e a navi specializzate;
- esistono barriere amministrative, tra cui complesse procedure di autorizzazione e di licenza, che possono ritardare i progetti e aumentare i costi;
- esistono infine problemi ambientali, tra cui la necessità di intensificare la ricerca e di disporre di migliori informazioni sugli impatti ambientali.
La Commissione sostiene già varie iniziative connesse all’energia oceanica. Il piano d’azione per l’energia oceanica creerà un forum inteso a favorire la condivisione delle conoscenze e delle competenze esistenti, a creare sinergie, a fornire soluzioni creative e a dare impulso al futuro sviluppo del settore. Si tratta di uno strumento volto ad assistere i soggetti interessati nell’elaborazione di una tabella di marcia strategica per il settore dell’energia oceanica, che potrebbe successivamente costituire la base per un’iniziativa industriale europea.
Fonte: Commissione Europea, comunicato stampa del 20/01/2014