8 ottobre 2014 – Apple è la prima della classe nella tecnologia verde. A dirlo, non è l’azienda di Cupertino come operazione di greenwashing, ma un report di Greenpeace, “Green Gadgets: Designing the future”, in cui 16 produttori di cellulari e computer sono “schedati” in due tabelle, che mostrano chi e in quale misura non utilizza più sostanze pericolose e in particolare Pvc (cloruro di polivinile) e Bfr (ritardanti di fiamma brominati).
Dal report emerge anche che, se il settore in generale ha mostrato una certa sensibilità all’ambiente (con luci e ombre al suo interno), il problema rimane la catena di fornitura e anche il fatto che il tasso di ricambio di oggetti elettronici è molto elevato e si stanno accumulando troppi rifiuti industriali. I cosiddetti “e-waste” (rifiuti elettronici) sono previsti aumentare a 65,4 milioni di tonnellate nel 2017.
Rispetto al 2006, anno in cui Greenpeace ha pubblicato la “Guide to Greener Electronics”, il numero di prodotti contenenti inquinanti è diminuito. Oltre la metà del mercato dei telefoni cellulari è rappresentato da marchi come Apple, Nokia, Sony ed Ericsson che hanno eliminato completamente la plastica Pvc e i ritardanti di fiamma brominati. Soltanto Apple, però, ha eliminato il Pvc da tutti i componenti dei pc, inclusi i cavi esterni.
«Samsung, l’azienda di elettronica più grande al mondo, non ha raggiunto l’obiettivo per quanto riguarda gli altri prodotti a parte la telefonia mobile, e raggiunge Dell facendo marcia indietro per quanto riguarda impegni di miglioramenti progressivi», si legge nel report. Anche altri produttori sono rimasti indietro: tra questi Microsoft, che non ha rispettato gli impegni, e Amazon che non sta dando informazioni a riguardo.
«Apple ci ha fatto intravedere un futuro più verde, guidando il settore in quanto a prodotti privi di sostanze tossiche e cominciando ad affrontare l’impatto dell’elettronica sull’ambiente – ha commentato Andrew Hatton, responsabile Uk dell’Information Technology di Greenpeace -. Ma l’industria ha ancora molta strada da fare prima di dare ai consumatori il livello di efficienza e di sostenibilità che richiedono».
Il prossimo passo per Greenpeace per “disintossicare” l’industria elettronica è quello di portare trasparenza nella supply chain e far eliminare i componenti chimici pericolosi anche dalle parti provenienti dai fornitori.
Se la telefonia mobile e i computer si stanno ripulendo, al contrario nessun apparecchio Tv sul mercato è del tutto privo di Pvc e Bfr. E Samsung, che è uno dei maggiori produttori di Tv, ha compromesso i progressi venendo meno alle promesse di eliminare questi componenti inquinanti dai suoi televisori.
Altro problema è l’utilizzo di energia. La produzione di telefoni, laptop e altri dispositivi elettronici è concentrata nel Sud-est asiatico, dove l’energia deriva principalmente dal carbone.
Alcuni, come Lenovo e Huawei, stanno dando il buon esempio utilizzando impianti solari in alcune fabbriche, mentre Apple ha intenzione di costruire il primo impianto di produzione di schermi di iPhone interamente alimentato da energie rinnovabili.
Fausta Chiesa
A cura di ETicaNews