7 novembre 2012 – La governance come prossima frontiera per determinare i rendimenti dei fondi sostenibili. Una frontiera approfondita nella master graduation thesis intitolata “Socially Responsible Mutual Funds: the impact of fund governance on performance and attractiveness”. La tesi – che porta le sigle di Politecnico di Milano ed Ecole Centrale de Nantes, è stata realizzata da Enguerran Petit, con supervisore il professor Marco Giorgino (anno accademico 2010/2011) – dimostra come ci sia un nesso concreto tra la governance di un fondo e il suo andamento e attrattività. I risultati sono il frutto di un’analisi condotta su 102 mutual fund Sri in Europa. Non ottiene risultati univoci su alcuni dei parametri considerati (trasparenza e azionariato attivo), mentre consente di esprimersi positivamente sulla relazione tra performance ed esistenza di un’unità di ricerca interna (e non affidata all’esterno). Evidentemente, si tratta di un tema assai interessante per la finanza responsabile, al punto che il lavoro ha ottenuto il riconoscimento Fri-Pri award come miglior Master Thesis, premio assegnato alla fine di settembre in una cerimonia a Parigi.

La ricerca, dopo aver offerto un quadro delle evoluzioni registrate dalla finanza Sri (social responsible investment) e in particolare dal comparto dei fondi pensione, entra nel merito della governance. «Un nuovo tipo di governance dei fondi – scrive Petit – sta emergendo in conseguenza della crescente importanza dell’approccio Sri nell’industria della gestione del risparmio. La governance dei fondi Sri deve non solo tenere in considerazione gli obiettivi finanziari, bensì i suoi obiettivi extra finanziari nonché la riduzione dell’agency problem». L’analisi della nuova governance, e dei suoi effetti su performance e capacità di attrarre gli investitori (qui interviene l’agency problem) viene proposta secondo tre «assi»: 1) la politica di disclosure; 2) la politica di azionariato attivo; 3) la struttura di ricerca Sri.

In termini di fattore “discosure” i risultati sono ambigui. Da un lato, «ho rilevato – scrive Petit nella presentazione del suo lavoro – che un eccesso di trasparenza, in termini di fonti e metodi di selezione del portafoglio, può portare a cali della performance fino al 10%». Per contro, argomenta il ricercatore, «una trasparenza controllata non ha impatti negativi sui rendimenti, ma aumenta i rischi sostenuti dagli investitori».

Discorso non univoco anche per quanto all’attivismo. «Mentre un dialogo costante in materia di Sri – continua Petit – condotto con le società in cui si è investito sembra incrementare le performance, un profondo coinvolgimento su posizioni di sostenibilità pare avere impatti negativi. Cioè, l’effetto positivo marginale sulle performance generato da un profondo impegno Sri non copre il costo».

Il vero risultato positivo arriva sull’ultimo asse, quello relativo ai team di ricerca (le squadre che analizzano tecnicamente gli investimenti da effettuare) interni o esterni. Secondo la tesi, «le analisi Esg (environmental, social, governance) interne aumentano le performance dei fondi. Questo perché i team di ricerca producono informazioni di valore per la selezione del portafoglio. I risultati indicano che i fondi Sri con una squadra in-house performano meglio di un 5% rispetto ai fondi che esternalizzano l’attività». Inoltre, non aumenta il rischio per gli investitori. Anzi, questi vedono di buon occhio la presenza della squadra intra moenia.

 

A cura di ETicaNews