31 marzo 2014 – L’Aiaf avvia il percorso per integrare i criteri Esg (environmental, social, governance) nella finanza tradizionale. Ed emerge che, per quanto in modo “sotterraneo”, la sostenibilità comincia a essere un fattore assai considerato nelle analisi. Al convegno Caccia allo Sri, Una ricerca su gestori, reti, fondi pensione e banche d’affari, organizzato da ETicaNews in occasione del Salone del risparmio (vedi articolo precedente), Daniela Carosio, responsabile gruppo di lavoro Esg dell’Aiaf (Associazione italiana analisti finanziari), ha presentato i primi e parziali risultati di un sondaggio (scarica la presentazione) avviato tra chi si occupa di valutare le aziende, realizzato attraverso l’invio di un questionario (scarica il questionario). «L’obiettivo – ha spiegato – è stato quello di avere un quadro di riferimento, per arrivare a comporre un quaderno sull’argomento».
Sul tema, il Dossier Caccia allo Sri ha evidenziato la mancanza di vere strutture di analisi dedicate presso i principali operatori sell side (cioè, chi vende i report di ricerca – scarica la tabella) e una situazione con ampi margini da colmare sul fronte buy side (cioè, chi acquista i report, per la propria attività di gestione – scarica la tabella sui fondi etici).
La ricerca dell’Aiaf, tuttavia, entrando nel dettaglio qualitativo e quantitativo di cosa sia la ricerca Sri oggi in Italia, evidenzia l’esistenza di una inaspettata considerazione per i fattori di sostenibilità. Il campione, infatti, ha risposto che prende in considerazione criteri Esg sulle valutazioni di lungo termine nell’88% dei casi (il 63% sempre, il 25% talvolta). Principalmente, si ritiene utile considerare gli aspetti di corporate governance (la relazione sulla governance è il documento più analizzato, più del bilancio ambientale o sociale), paritariamente a quelli ambientali, seguono quindi quelli sociali. Interessante leggere che, accanto ai fondi rischi, le grandezze che si ritiene possano essere impattate da questi criteri sono anche i ricavi stessi delle aziende.
Carosio è anche membro della Esg Commission dell’Effas (European federation of financial analysts societies) con la quale sta lavorando al progetto Delphi, una piattaforma che intende mettere a punto una metrica Esg condivisa a disposizione degli analisti. I risultati del sondaggio, dunque, si integrano in un ambito europeo più vasto. E in questi termini, ha concluso Carosio, «nelle scorse settimane c’è stato un confronto con gli asset owners (gli investitori), da cui è emersa la conferma: in prospettiva perderanno di importanza, nella valutazione di un investimento, i singoli indicatori; cioè che si chiederà in via progressiva è lo scenario in cui un’azienda si muove. E come si muove».
A cura di ETicaNews